Molti morirono nei campi in modo anonimo e non hanno attualmente una tomba dove possono essere ricordati. La pietra è qualcosa che porta il loro nome e che continua a ricordarli.
[Gunter Demnig]
Le Pietre d’Inciampo parte da un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, che ne ha realizzate oltre 70mila in tutta Europa, per ricordare le vittime della deportazione.
A Ronchi furono 158 i ronchesi deportati nei diversi campi di sterminio, dei quali 75 non fecero più ritorno a casa, così l’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti), l’unica sezione rimasta nell’Isontino, si è proposta quindi di introdurre questa iniziativa anche a Ronchi e di ricordare i suoi deportati con Pietre d’Inciampo da collocare, alla presenza dell’artista tedesco, nei luoghi che furono teatro dei rastrellamenti nazifascisti.
Molti morirono nei campi in modo anonimo e non hanno attualmente una tomba dove possono essere ricordati. La pietra è qualcosa che porta il loro nome e che continua a ricordarli.
[Gunter Demnig]
Nel 2019 sono state collocate le prime dieci Pietre d’Inciampo davanti a quattro siti: in Via Redipuglia con la posa di quattro pietre, di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa, con i nomi di Domenico Candotto, Angelo Gregorin, Orlando Serafin e Maria Turolo. A Vermegliano, in Viale Garibaldi, per la pietra di Arcù Tardivo e poi in Via Brigata Modena con Valdi e Guglielmo Tomasin. Infine, in Piazza Santo Stefano, di fronte alla chiesa, con Angelo Miniussi, Gino e Ludovico Zonta.
Via Redipuglia (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa)
Viale Garibaldi (fraz. Vermegliano)
Via Brigata Modena (fraz. Vermegliano)
Piazza Santo Stefano (fraz. Vermegliano)